AUTUNNALE (dalla finestra sul teatro)

di Dario Voltolini

Dopo “Primaverile” ecco “Autunnale”.

Sei anni di vita professionale di Dario Voltolini, sei anni di scritti per riviste, antologie, cataloghi di scultori, testi per booklet di CD di musicisti e racconti vari. Il protagonista è sempre uno, Eugenio, e passa di scena in scena, dialoga, sogna, polemizza, racconta, si lascia inondare. Sono scene che gli si manifestano in ordine sparso come tessere di un puzzle appena rovesciato dalla scatola che le conteneva. Eugenio è come un albero a cui l’esperienza, simile a un vento autunnale di tramontana, porta via poco alla volta tutte le foglie.  Sfibrato, ormai è solo un fantoccio di sabbia che lo spostamento d’aria provocato da uno tsunami può sfarinare.

Riuscirà il lettore a dare ordine e senso a ogni singolo tassello in modo che lo svolgersi della vita abbia forma, che la storia possa arrivare  a compimento e trasmutarsi?

Presentato al Premio Strega 2015 da Michele Mari e Paola Mastrocola.

Era dal 2001, anno di Primaverile, che aspettavamo il secondo pannello della tetralogia “stagionale” concepita con coraggio e originalità da Dario Voltolini. Scrittore di grandissimo talento, con Autunnale Voltolini conferma le qualità che ne rendono inconfondibile la pagina: l’eleganza e la precisione della scrittura, l’understatement, lo spirito surreale (che nei momenti più veloci ricorda Copi, e in certi avvitamenti dialettici Campanile), la pratica dello straniamento.

Eugenio, il protagonista del libro, è fondamentalmente un osservatore: ma a differenza del Palomar di Calvino non riesce a geometrizzare il mondo, venendone anzi travolto e invaso: eppure, pur passando di sconcerto in sconcerto, di stupore in stupore, non rinuncia mai (grazie al suo “pensiero magico”) a cercare un senso nelle cose, fino alla scelta estrema e paradossale: disindividuarsi, perdersi nelle cose, essere “finalmente inattivo” (non è un caso che le pagine più belle del libro siano quelle dedicate alle larvali forme di vita primaria sul fondo degli oceani).

Trattandosi insomma di alta e non comune letteratura propongo la candidatura di Autunnale alla LXIX edizione del premio Strega.

Michele Mari

 

Il testo è molto particolare perché mutua dalla scrittura teatrale, fatta di scene che compongono la rappresentazione, la sua stessa struttura. Ne risulta una narrazione frammentata e sempre in via di ricominciare, dove in ciascuna scena compare il personaggio principale, chiamato Eugenio, di volta in volta in contatto con altri personaggi, in rapporti spesso risolti con dialoghi.

Il richiamo al teatro è importante, tanto è vero che la figura di Eugenio e quella del suo amico, qui chiamato evocativamente “uomo-uccello”, mostrano in filigrana i tratti di Ionesco e di Beckett. Si tratta di una evocazione molto lieve, ma tuttavia di un certo rilievo: molto dell’impianto di questo testo mi sembra debitore del Teatro dell’assurdo.

Di scena in scena Eugenio mostra una complessa difficoltà esistenziale e un progressivo sgretolamento della propria identità, fino al finale che, simbolicamente, apre una prospettiva radicalmente nuova e imprevista: l’opportunità per Eugenio di un nuovo inizio.

Privo di una narrazione lineare, Autunnale vive sulla delicatezza delle scene e della scrittura, mimando con lo stile il carattere dell’autunno, il momento in cui la natura sembra ritrarsi per potersi concedere il tempo di una nuova futura fioritura.

Paola Mastrocola

 

Impressioni del Correttore bozze

BREVE SINTESI

Il testo inizia con un urlo alla finestra: è Eugenio, che riversa sulla strada e sul turbinio di folla che passa indaffarata e indifferente, tutto ciò che ha dentro. Eugenio vive mescolando volti e suoni, fino a smarrirne i connotati; Eugenio non riconosce neanche se stesso, a volte, quando il senso della presenza nel mondo si scontra con l’assenza di quella molla che ci fa uniformare compatti a ciò che ci circonda. E allora vaga, alla ricerca di qualcosa, fuori che sia aderente alla sua anima; vaga, cercando il viso familiare di sua moglie in mille tratti che si sovrappongono, nei ricordi e nel fluire del tempo. Nella sua ricerca incontra strani personaggi, mentre sullo sfondo la vita continua a scorrere. Finché il vento, un giorno, riesce a spalancare le porte più lontane e sbarrate della sua anima…

Lo stile impiegato è originale e l’uso della punteggiatura funzionale alla narrazione.

OSSERVAZIONI STRUTTURALI

Il testo si presenta interessante e originale, scorrevole nella narrazione ed estremamente fluido nei riferimenti. Il ritmo è coinvolgente e veloce, contribuendo a mantenere alta l’attenzione del lettore.

ANALISI ETICA DEI CONTENUTI

L’autore racconta sempre con garbo, misura ed un linguaggio rispettoso della sensibilità altrui.

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Una interessante raccolta di emozioni, sensazioni, attese e speranze, raccontate in maniera originale che ha come risultato un testo di sicuro interesse, destinato ad essere letto ed apprezzato da un target amplissimo di lettori, sviluppando feconde riflessioni.